Arrivano su per le scale della Villa sorridenti, rumorosi.

Lei rumorosa. E a me le persone rumorose fanno impazzire di gioia. Lui è di quella simpatia-empatia di un uomo appassionato, che ama tanto. E ho colto bene: lui ama tanto, sua moglie.

Sergio Ferrazzi e sua moglie Giuliana sono in Villa per il “Corso di disegno per curiosi e coraggiosi”, 12 lezioni di carta, matita e anima. La serata di presentazione è stata indubbiamente scandita dalle interruzioni di Giuliana, ironiche e costruttive.

Sergio inizia dal foglio bianco. Disegna un albero, e ci chiede come si fa a capire se è un disegno fatto con passione o no. Dopo due frasi di numero abbiamo tutti capito che il suo non è un corso di disegno; è un corso di vita. Pittori del calibro di Van Gogh e Gauguin -ci dice- erano mossi dall’emozione più sconvolgente dell’essere umano: la creatività.

Sul più bello della storia di artisti famosi dilaniati dalle passioni, cade a puntino la prima interruzione di Giuliana. Alza la mano, come una scolara, per chiedere:

1. “Scusami Sergio, ma come mai questo corso è solo per curiosi e coraggiosi?”

Sergio sorride: sa che Giuliana vuol tirar fuori il meglio di lui. Ci spiega che ci vuole coraggio per addentrarsi nelle profondità del disegno, per mettersi a nudo davanti a un foglio.

Ogni disegno dice qualcosa di noi che spesso neanche sapevamo. Anzi, chi pensa già di sapere chi è e cosa disegnerà, non sta disegnando.

2. “Ma allora cosa impareremo noi allievi durante le lezioni?”

Sorride ancora, Sergio. Un altro assist per dire qualcosa di cruciale.

La creatività nel disegno esce da sola, come un’intuizione che guida la matita. Come dire che per disegnar bene bisogna spegnere il cervello e lasciar esprimere il cuore. L’amore puro.

Sergio ci fa una dimostrazione pratica di cosa significhi amore puro: accarezza il braccio di sua moglie con sufficienza, e poi invece con profondo affetto. Siamo rapiti, dalla dinamica di rispetto e stima che c’è tra i due.

Aspettiamo la prossima interruzione, ma a quel punto tocca a noi metterci in gioco. Iniziamo proprio dal disegno dell’albero, e non è poi così facile spegnere il cervello per esprimere le nostre emozioni.

Giuliana e Sergio sono accanto a noi, con un consiglio utile. Quando siete bloccati, provate a fare come quando parlate al telefono e fate degli scarabocchi sovrappensiero.

Il corso mi ha lasciato molte suggestioni, ed è solo la prima serata. In più, c’è una cosa che Giuliana mi ha detto appena mi ha conosciuta, un commento sul mio nome che non avevo mai sentito prima in 30 anni: “Alia, che nome. Mi fa pensare a due ali spiegate che volano.” Niente da dire, una coppia sicuramente mossa dall’amore puro.

Alla prossima,

Alia