Ciao a tutti,

oggi voglio condividere due cose sulla multiculturalità, tema che sta molto a cuore alla Villa.

La prima riguarda la formazione. Dal 3 maggio al 30 giugno la Villa sarà sede del corso di formazione “Operatore dell’accoglienza per richiedenti e titolari protezione internazionale. Un traguardo importante: 82 ore di formazione con docenti di grande esperienza in ambito migrazioni, normativa sull’immigrazione, traffico di persone, multiculturalità.

Il corso è organizzato insieme ad AgenziaRES, in collaborazione con il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR). Insomma, roba tosta!
Siete ancora in tempo per iscrivervi ed incontrare le personalità che terranno le docenze durante le giornate qui in Villa.

Io vi dico due parole su coloro che già conosco. Gli altri li scopriremo insieme strada facendo.

Ci sarà Giacomo Zandonini, che è un giovane giornalista freelance che ha partecipato alla realizzazione di due documentari, ha scritto articoli e reportage per testate come LaRepubblica, L’Espresso, Al Jazeera, Internazionale, Vanity Fair, Rai Tre. Giacomo ha lavorato in Algeria, Bangladesh, Grecia, Italia, Niger, Sri Lanka, Tunisia.

Giulia Crescini, che ho avuto il piacere di sentire parlare, si occupa del diritto dell’immigrazione, del diritto alla protezione internazionale e del diritto minorile. Durante il corso farà luce sui cavilli tecnici legati alla normativa.

Le  tematiche che affronterà il corso sono tantissime: accoglienza di persone vulnerabili, intervento sanitario, minori, mediazione culturale, animazione di comunità, valutazione e monitoraggio.
Ecco qui la locandina, per segnarselo in agenda.

 

L’altra cosa che volevo dirvi sulla multiculturalità mi frulla in testa da stamattina.
Pensando a questo corso avevo in testa l’idea che multicultura significhi avere a che fare con culture “straniere”.

Poi mi è capitato di pensare che di culture non ci sono solo quelle geografiche.
Che siamo tutti un po’ culturalmente diversi. L’incontro con l’altro è sempre culturalmente difficile, sempre culturalmente arricchente.

L’input me l’ha dato una tirocinante che è arrivata qui in Villa, che non può muoversi facilmente.
Mi rendo conto che per via di questo sa delle cose che io non so, vive gli spazi della Villa come io non posso, fa delle riflessioni che io non faccio.

Mi sono sentita in un mondo nuovo, proprio come quando si va in viaggio in un paese lontano. E mi è piaciuto molto.
Per me la mattinata con lei è stata multiculturale.
Mi chiedo se anche io le sono sembrata un po’ straniera, col mio accento e con i miei modi energici di muovermi e parlare.

La nuova tirocinante mi ha fatto capire che il corso per operatore si inserisce in un’idea di multiculturalità che è globale: in Villa si incrociano tante persone.
Chisseneimporta se sono italiane, straniere, se vedono il mondo in modo diverso o da altezze diverse.

E allora, questo corso per operatore dell’accoglienza che parte il 3 maggio, secondo me non riguarda solo l’accoglienza dei migranti.
Serve per fare una formazione di multi-cultura profonda: parla di come relazionarsi, come abbattere barriere e risolvere situazioni difficili.
Lo vedremo quando partirà il corso.

Alia