Ciao a tutti,

torno a scrivervi per raccontarvi uno dei finesettimana più divertenti dell’ultimo mese. Dico dell’ultimo mese perchè in realtà in Villa ci si annoia ben poco, per fortuna!

Non so come farò, ma ho voglia di parlavi di un’emozione, o almeno ci provo.
Partiamo con ordine. Il 12 e 13 maggio c’è stata la festa nazionale dell’Associazione Macondo Bassano.

E, come spesso succede qui, insieme alla festa di Macondo c’erano un altro mucchio di eventi: i bambini del gruppo Pachakusi, quelli del corso di cucina di Spazio Donna, gli ospiti tedeschi del gemellaggio con il Comune di Muhlacker, il convegno Welfare Needs… potrei continuare.

I miei amici e colleghi che si occupano del bar-trattoria erano anche alle prese con una delle prime giornate di bar della stagione. Insomma, la situazione era così:

 

Il 12 maggio è venuto a tovarci Natalino Balasso, intervistato da Don Giuseppe Stoppiglia. Quando gli abbiamo chiesto “cosa ti porti a casa dalla giornata in Villa?”, come di solito facciamo con ospiti più o meno celebri che passano di qua, è venuto fuori un video messaggio inaspettato.

Eravamo nella zona della Villa per me più bella, quella dove ci sono le nostre due galline, si vede il Brenta, il sole tramonta vicino a una piccola panchina di pietra al fianco di un albero. Il quadretto perfetto per un’intervista.
E Natalino ha detto delle cose che mi hanno molto colpita. Incredibile come riesca a farti ridere a crepapelle ma allo stesso tempo lasciarti un profondo senso di riflessione! Talenti.

Il giorno successivo la Villa si è svegliata tra laboratori per piccoli …e meno piccoli.
La festa di Macondo è ripartita dalla riflessione sulla società di oggi con un interessante convegno nazionale.
Tra i numerosi ospiti c’erano anche Marica Di Pierri (attivista e giornalista) e Stefano Cavallini (presidente della squadra di Rugby del carcere di Bologna). Potevamo non intervistare anche loro?

E così, eccomi di nuovo nell’angolo della panchina, dell’albero e delle due galline.

Dopo il pranzo comunitario di Macondo, in cui tutti ci siamo spesi per dare una mano, c’è stata la celebrazione ecumenica a ritmo della Bassano Bluespiritual Band e una serata di buona musica.
Ho scoperto cos’è la musica TRAP (ahimè inizio ad esser troppo vecchia per certe cose) e ho anche scoperto che i miei colleghi del bar fanno uno Spritz coi fiocchi.

A parte la mia personale impressione su questo finesettimana, la Villa era piena di cittadini. Ed è qui che entra in gioco l’emozione di cui vi dicevo all’inizio. Quella che ha a che vedere con l’angolo delle interviste.

Tra la folla c’erano bambini, famiglie, i loro cani, giovani musicisti, ospiti di altissimo rilievo insieme a comuni partecipanti, c’erano i miei amici, i miei colleghi, la persona che amo.
Ogni volta che porto uno degli intervistati alla panchina vicino alle galline, durante il percorso mi fanno un sacco di complimenti su come la Villa si apra indiscriminatamente a tutti.

Io ci torno spesso alla panchina, quando non c’è nessuno e vado a correre lungo il Brenta. L’emozione che mi dà quell’angolo è questa: viaggiare senza muovermi da casa.

Alla prossima, Alia