Dal 7 Settembre gli ospiti del centro diurno per persone con disabilità (CE.DI) si sono trasferiti dalla vecchia sede di via Rosmini alla bella ed accogliente Villa Angaran San Giuseppe. Qui hanno trovato degli spazi più ampi, accoglienti ed immersi nella natura, un luogo ricco di realtà differenti che spesso e volentieri si intrecciano per creare qualcosa di nuovo.

 

 

Abbiamo intervistato alcuni educatori ed operatori del centro per sapere cosa ne pensano della nuova location e accogliere le prime impressioni e riscontri nei ragazzi.

Marzia

Educatrice, lavora al CE.DI da dieci anni.

I ragazzi hanno vissuto il cambiamento bene e non hanno evidenziato alcuna situazione di disagio. I genitori sono stati molto contenti nel vedere gli spazi interni ed esterni in cui i propri figli possono passare delle ore piacevoli: erano abituati a vivere in tre prefabbricati. Si lavora per sperimentare tutte le cose che qui è possibile fare e per mantenere vive le abilitá delle persone ma vedo anche la possibilitá di avere attivitá non completamente strutturate. In questo mese ci sono stati alcuni inserimenti di ragazzi nuovi. Negli ospiti non è stato notato nessun cambiamento nel comportamento, e questo è positivo. Si capisce che sono contenti perchè partono da casa contenti e ritornano contenti.

Brunella

Operatrice OSS, lavora al CE.DI da quattro anni.

Esordisce dicendo che il bello fa bene a tutti. Essere entrati in un contesto così bello, come Villa Angaran San Giuseppe, fa stare bene sia gli operatori che gli utenti, per esempio un ragazzo che fino a un mese fa dormiva sempre, adesso è spesso sveglio e attivo. Non tutto funziona ancora perfettamente ma bisogna avere pazienza e trovare i canali giusti per muoversi.

Susanna

Operatrice OSS, lavora al CEDI da 15 anni.

Nella ASL erano relegati in un angolo remoto e “riservato”. All´interno della Villa Angaran San Giuseppe c´è invece tanta dinamicitá, e grandi opportunitá: la bellezza ha grande influenza su tutti. Qui abbiamo modo di incontrare tante realitá e quindi c´è un arricchimento reciproco. La disabilitá grave può essere uno stimolo per tutti. Quando andiamo a passeggare i ragazzi possono scegliere dove andare. Noi operatrici dobbiamo riadattarci per capire quali sono le possibilità di questo nuovo ambiente.

 

Erica e Francisco