Periferie urbane e periferie umane, ossia periferie dello spazio e dello spirito. È attorno al tema della marginalità e dell’esigenza di costruire “spazi per la comunità” che si è svolto il secondo seminario “Armonie Composte”, appuntamento eccellente presso l’Abbazia di Praglia, organizzato dall’Università degli Studi di Padova nelle persone dei docenti Elena Svalduz e Gianmarco Guidarelli. Comunicazioni frontali, gruppi di discussione e visite guidate hanno messo a confronto architetti, storici, geografi, sociologi, archeologi, urbanisti e operatori del settore, in un lavoro creativo e generativo che prova a contaminare differenti discipline al fine di contribuire alla costruzione di paesaggi di periferia ricchi di valore e generatori di benessere per le persone che vi abitano. Il seminario è terminato con un confronto pubblico di altissimo livello, legato alla “costruzione di nuove comunità”, in cui hanno relazionato Gian Antonio Stella (Scrittore e giornalista Corriere delle Sera), Enzo Bianchi (Priore Comunità di Bose), Giuseppe Capocchin (Presidente Consiglio Nazionale degli Architetti) e, ospite d’onore, Antoni Vives i Tomàs (ex vice sindaco di Barcellona e membro del City Tranformation Agency di Barcellona).

Dopo la brillante partecipazione dello scorso anno, Pictor è stato nuovamente invitato a prender parte al seminario, contribuendo come “sponsor tecnico” alla realizzazione dell’evento. L’esperienza di Villa Angaran San Giuseppe come luogo di conversione della marginalità e di rilancio di un monumento dimenticato, situato alla periferia del centro storico e alla periferia delle memorie collettive bassanesi, si inserisce perfettamente nel contesto del convegno, tanto più che il nostro splendido monumento ha vissuto anche la dimensione della comunità dei gesuiti, affine alla vita monastica dell’Abbazia di Praglia.
(un resoconto del seminario, redatto dalla nostra arch. Virginia A. B. è riportato al seguente link): armoniecomposte2017

Oltre alla partecipazione attiva e al ruolo di relatori nel lavoro di gruppo, a Pictor è stato richiesto di ospitare Antoni Vives i Tomàs a Bassano, facendo visitare a lui e alla moglie Laura il centro storico e mettendolo in contatto con i luoghi e la storia di questa meravigliosa cittadella veneta.

Antoni e Laura, due persone squisite, hanno apprezzato moltissimo Bassano e i suoi prodotti locali: deliziando il mezzo e mezzo di Nardini, assaggiando Bigoli all’Anitra e Baccalà alla Vicentina presso il Ristorante Ottone, sorseggiando i vini di Zonta e Maculan e finendo la serata degustando i distillati di Capovilla e Brunello alla Taverna al Ponte. Durante la mattinata, prima di essere accompagnati in aeroporto, hanno voluto acquistare qualche stampa storica presso la carteria Tassotti, dare un’occhiata al chiostro del Museo Civico e infine recarsi in libreria Palazzo Roberti, un luogo che ha particolarmente meravigliato Antoni, oggi scrittore affermato in Spagna.

     

    

Bassano e i bassanesi hanno coinvolto il vicesindaco e la moglie, colpiti per la bellezza e l’accoglienza della città, per la ricchezza di palazzi storici e scorci meravigliosi così vicini, per la cura dei luoghi, per il pullulare di vita nelle strade tanto al sabato sera quanto la domenica mattina. Il poco tempo a loro disposizione non ci ha permesso di organizzare un incontro con l’amministrazione comunale, ma come ha detto Antoni “così abbiamo una scusa buonissima per tornare a Bassano”.

Affascinato inoltre dal programma Pictor, e dall’unicità di un progetto di inclusione sociale tanto contaminante e generativo all’interno di un luogo di così alto valore architettonico e culturale, il politico catalano ci ha motivato nel continuare la nostra opera di coinvolgimento della cittadinanza, rivelandoci che se in Spagna ci fosse qualcosa di simile sarebbe costantemente e fortemente supportato e sostenuto dalle autorità locali.
Nella difficoltà quotidiana di vivere e generare in villa, queste visite e questi incontri sono sicuramente un’iniezione di fiducia e di responsabilità verso il progetto che si sta lentamente ma tenacemente costruendo.